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Accanto all'espressione religiosa cristiana, forte era pure la presenza di figure mitiche e spiritiche . Questa commistione di riti cristiani e pagani durò secoli, (almeno fino a metà novecento) . Attraverso rituali e superstizioni chiedevano protezione a Dio, alla Madonna , ai Santi. Altri riti, contro spiriti maligni e streghe, miravano ad allontanare il male. Altri ancora per tramandata tradizione come:

Le streghe
Le streghe o meglio strie, erano identificate in donne con poteri soprannaturali in grado di provocar tempeste, far morire il bestiame, profanare i morti, provocar malattie e capaci di influenzare il comportamento delle persone attraverso malefici. Presenti nell’immaginario e nelle paure popolari, avevano stretto un patto con il diavolo del quale diventavano strumenti del male. Qualche volta erano identificate in donne del paese che per questo erano molto temute ed evitate. Ad esempio, se un neonato piangeva senza motivo apparente o un bambino non cresceva in modo adeguato pensavano subito che era stato strià .
Allora ispezionavano ben bene il cuscino sul quale dormiva alla ricerca di qualche maleficio. Se per caso veniva trovato un groppo di piume o alcune di esse eran disposte a croce, significava che il bambino era stato vittima della stria.
I suoi indumenti venivano portati al prete di Campofontana per essere benedetti. Pare che dopo tale rito il bambino crescesse bene senza disturbo alcuno. Questo non faceva altro che rafforzare il mito delle strie.

Contro il cattivo tempo
Per allontanare tuoni, fulmini, tempeste e temporali, che erano considerati di origine soprannaturale,veniva posta sull' uscio di casa una paletta colma di braci ardenti, sulle quali veniva bruciato un rametto di ginepro o di olivo, benedetto la domenica delle Palme. Inoltre per proteggere la Comunità suonavano le campane , pregavano e accendevano lumini e candele.

La luna
La luna, ( in maa ) che in cimbro è di genere maschile, influiva in parecchie attività dell'uomo cimbro.
Guardavano alla luna per il taglio della legna, la raccolta di erbe medicinali,per le semine, la tosatura delle pecore, il partorire del bestiame, l’uccisione del maiale e per eventi meteorologici.
Le fasi lunari : il crescere, il calare e lo scomparire esercitavano sui cimbri un misterioso fascino che coltivavano con aneddoti e storielle fantastiche .

Sogni premonitori
Sognar fiori significava lutti in famiglia. Ricordo ancora come mia nonna stesse in pena ogni volta che faceva sogni di questo tipo.
Anche la perdita di denti era di cattivo presagio, mentre sognar defunti significava che avevano bisogno di aiuto e quindi si faceva dir loro delle Messe. Perdere denti era di cattivo presagio.
Sognar invece cani e serpenti portava fortuna, così pure sognar escrementi umani.

Il ceppo di Natale
Nella notte di natale, perpetuando un’antichissima tradizione nordica, mettevano sul camino un grosso ceppo, scelto per l’occasione, che doveva bruciare tutta la notte, per far compagnia a Gesù Bambino.

Corpus Domini
In occasione della processione per la festa del Corpus Domini , le ragazze del paese raccoglievano in un cestino petali di fiori, che sparpagliavano poi lungo il percorso. Suggestivo il tappeto fiorito che copriva la strada.

San Pietro e Paolo
Il 29 giugno ricorrenza di San Pietro e Paolo, mio nonno non dimenticava mai di fare “ la barca”. Consisteva nel mettere dentro ad un bottiglia piena d’acqua un albume d’uovo. Nel corso della notte prendeva forma una barca con tanto di alberi e vele.

 

IL CULTO DEI MORTI

Fino agli anni Cinquanta, si moriva in casa e quando era palese che la fine era vicina, si chiamava il prete affinché impartisse l’Estrema unzione. La morte di un anziano veniva vissuta con cristiana rassegnazione, mentre il dolore per la morte dei bambini segnava la vita delle famiglie. Per avvertire la Comunità del decesso di qualcuno si ricorreva al suono delle campane.
Quando gli abitanti di Giazza udivano tre lugubri rintocchi di campanone ( la quinta) significava che era morto un uomo mentre se a morire era una donna , i rintocchi della campana ( la quarta) erano due. In caso di morte di un bambino “in età della ragione” veniva suonata la campanella. Se moriva un bambino appena nato, il Sisto andava sul campanile e con un martelletto percuoteva ripetutamente con tocco leggero la campanella. In breve, la notizia della morte passava di bocca in bocca e alla sera la gente si recava nella casa del morto per la veglia funebre.

Dopo il decesso, di solito erano i parenti a prendersi cura della salma che veniva pulita e vestita. La camera ardente veniva allestita nella stanza da letto con due candelabri e alcune piante verdi. La salma, con le mani incrociate sul petto era adagiata sul letto o su cavalletti coperti da un lenzuolo. Fra le dita veniva posto un crocifisso o un rosario. Nella stanza dove c’era il morto veniva lasciata aperta una finestra ,qualcuno dice per motivi igienici, altri …per far uscire l’anima.
Durante la veglia , si recitavano Rosari, Litanie dei Santi, il De Profundis e altre preghiere. Due giorni dopo si celebrava il funerale . Il prete si recava a casa del defunto accompagnato da un confratello della compagnia del Santissimo che reggeva uno stendardo nero raffigurante uno scheletro con la falce. La bara , composta da quattro asse , veniva portata in chiesa a spalle da familiari o parenti e sistemata al centro della chiesa sopra un catafalco. Per l’occasione l’Angela del Max ( moglie di Massimiliano Merzari) confezionava una ghirlanda di edera cosparsa di bellissimi fiori di carta di diversa foggia. Fino ai primi decenni dell’Ottocento era usanza durante il funerale che un familiare dispensasse un soldo a ciascuno dei presenti i quali …“circondano in processione l’Altar Maggiore e baciano la stola del Celebrante depositando il soldo sopra un panno di lino” . (Archivio di Stato di Verona : Le inchieste Napoleoniche del 1810) Era questo un modo elegante per pagare l’ obito. Altro rituale era quello del piagnisteo sulla bara da parte di parenti stretti. Iniziava prima delle esequie e finiva al cimitero che fino al 1890 era ubicato dietro la chiesa.

Per chi moriva suicida non era previsto né veglia né funerale. La salma veniva tumulata di mattina presto, senza persone al seguito, in un angolo del cimitero , in terra non benedetta.
Le persone uccise venivano seppellite con le scarpe; le donne morte di parto, con le pantofole.
I bambini che non avevano ricevuto il battesimo venivano tumulati nell’angolo del Limbo. ( che ingiustizia!)
Ai bambini battezzati era riservato un preciso spazio in terra benedetta.
Il rispetto per i morti era grande: anche se uno in vita non era stato un esempio di virtù, da morto diventava … quasi santo.
I defunti venivano commemorati il terzo , il settimo, il trentesimo giorno dalla morte ( Trigesimo) e poi a scadenza annuale. Era discrezione della famiglia, far celebrare delle Messe speciali a suffragio durante altri periodi dell’anno. In segno di rispetto e per tener vivo il ricordo, era usanza “ portare il lutto”. Le donne vestendo completamente di nero per almeno un anno, gli uomini portando un bottone nero sul bavero della giacca o una fascetta nera al braccio.
Oggi , molti dei rituali sopradescritti sono caduti in disuso.

LE TRADIZIONI

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